Padania: storia antica e medioevale

I Liguri abitavano la pianura padana dalle Alpi all'Istria fino alla valle del Rodano e lungo il suo corso fino alla Svizzera attuale. I Liguri che si stanziarono nel cuore della regione veneta avrebbero preso il nome di Euganei, derivanti dai liguri Ingauni, cioè ellenicamente Euganei.

Gli Italici discesero nella valle del Po (1500 a.C.) attraverso i laghi lombardi, dall'attuale Svizzera o dalle Alpi orientali spinsero i Liguri verso le Alpi occidentali, si stabilirono nel centro della Padania, prima che scendessero oltre l'Appennino, nelle loro sedi peninsulari.

Intorno al IX o VIII secolo a.C. un altro popolo, i Veneti, dilaga nella regione compresa tra le Alpi, l'Adige, il Po e l'Adriatico: pone il suo centro di attività e di vita dove sorgerà la metropoli di Ateste; si suppone che i Veneti siano penetrati nella Padania dalla Bassa Austria. I Veneti diffusero la loro civiltà per tutta la Venezia fino al Trentino e al Sudtirolo, verso l'Istria, oltre le Alpi Retiche e verso la valle del Danubio. Due colonie Greche, Adria e Spina si innestano nel territorio dei Veneti divenendo importanti sedi di scalo ed emporio greco.

Gli Etruschi abitavano le propaggini dell'Appennino Tosco-Emiliano e verso la meta' del VI secolo a.C. lungo le valli del Reno si erano affacciati nella pianura padana di cui prendevano possesso. Costituivano così l'Etruria padana con le città di Felsina, la futura Bononia celtica, Mantova, Modena, Parma e Melpo, l'insediamento più settentrionale. L'invasione degli Etruschi non intaccò il territorio dei Veneti: l'angolo veneto restò indipendente: "Trans Padum omnia loca excepto Venetorum angulo qui sinum circumcolunt maris, usque ad Alpes tenuere" - Livio

La storia dei Veneti e' caratterizzata dalla costante lotta per il mantenimento l'indipendenza, sia contro l'incursione Celtica sia contro il potere di Roma. Cornelio Nepote narra che nel medesimo giorno in cui l'Etrusca Veio cadeva nelle mani dei Romani (396 a.C.) Melpo, la metropoli Etrusca, veniva conquistata dai Celti. Le prima schiere celtiche discesero dalle valli delle due Dore agli inizi del V secolo e di là gradualmente iniziarono la conquista della Padania. Ultima a cadere fu Felsina verso il 350. Gli Insubri si installarono in Lombardia centrale e occidentale, fondarono il borgo celtico di Mediolanum; i Cenomani tra l'Oglio e l'Adige nel territorio di Brescia e Verona; i Boi nella pianura emiliana, diedero il nome alla nuova Bononia; i Lingoni nei territori a nord di Bononia; i Senoni da Ravenna fino ad Ancona.

Intorno alla metà del IV secolo l'Etruria padana si trasforma in Gallia Cisalpina. Poiché i Celti erano arrivati fin nelle Marche e nel Piceno e formavano un cuneo tra il territorio dei Veneti e quello dei Romani, fra questi due popoli nacque una salda alleanza contro i Celti, che premevano i Veneti dal Mincio all'Adige, dalle Alpi orientali e dall'Illiria.

"Qualche tempo dopo la conquista della Padania, avendo i Galli vinto i Romani in battaglia e quelli che combattevano nelle loro file ed inseguito i fuggitivi, tre giorni dopo la battaglia occuparono Roma, tranne il Campidoglio. Ma richiamati in patria dall'invasione che i Veneti avevano fatto nelle loro terre, si accordarono con i Romani, e restituita loro la città, se ne tornarono nelle loro sedi" - Polibio

Nel 290, di fronte alla minaccia dei Celti di invadere i territori a sud del Po, I Veneti si allearono con Roma contro i Boi e gli Insubri. Dopo la battaglia di Sentino nel 268, Roma fissa i suoi confini tra l'Esino e il Rubicone e fonda la colonia di Sena Gallica (Sinigallia). (per 23 anni Roma e' presa dal conflitto con Cartagine) I Celti stretti tra i Cenomani, I Liguri delle Alpi ed i Veneti strinsero alleanza con i fratelli transalpini della valle del Rodano (226) facendo nascere una Lega dei popoli della Cisalpina. Roma rispose con la Lega Italica, alleata con i Veneti e Cenomani. Vinti i Boi e gli Insubri (224), passato il Po la Lega Italica si congiungeva a Brescia con i Cenomani. Nel 222 cade la capitale degli Insubri, Mediolanum. Nel 218, per affrettare l'assetto della Padania venivano fondate le colonie latine sulle due rive del fiume Po, di Piacenza e di Cremona. Tutta la Cisalpina, eccetto il Piemonte e la Liguria era in possesso di Roma. Ad est dell'Oglio i Cenomani, ad ovest dell'Adige i Veneti.

Tra il 224 e il 117 Roma conquistò l'intera Padania e l'Illiria - a poco a poco Roma tramuta l'alleanza Veneta in dominio. Le città celtiche e venete della Transpadania diventano municipi Romani. Quando nel 91 scoppiò la rivolta degli Italici per l'equiparazione dei diritti politici e la partecipazione alla cosa pubblica, le città padane alleate di Roma ebbero una legge - Lex Pompeia Transpadanis - con la quale si riconosceva loro il primo grado della cittadinanza romana. Così le città di Ateste, Patavium, Vicetia, Verona, Brixia, Mantua, Tridentum, Mediolanum, Comum, divennero città federate, cioè alleate, indipendenti dai magistrati di Roma, col privilegio di eleggere i propri magistrati e di coprire uffici pubblici. I confini di Roma giungevano fino al Rubicone, ma per opera di Cesare, che aveva concesso i pieni diritti politici alle città della Transpadania, furono portati fino alle alpi: la Lex Rubria coronava le aspirazioni dei Transpadani che rafforzavano la loro federazione.Ma con la guerra civile e dopo la battaglia di Filippi (42) la Gallia Cisalpina cessa di essere provincia ed entra a far parte di una nuova entità, l'Italia. Venetia ed Istria vanno a formare la X Regione; l'Emilia la VII; la Transpadania la XI Regione. Infine con la pace di Brindisi (40) tutta la penisola, la Gallia e la Dalmazia veniva assegnata ad Ottaviano.

Dopo l'era Augustea, la cristianizzazione, le guerre civili, le scorrerie delle popolazioni provenienti da oriente, le competizioni degli imperatori, le rapine militari, portano la rovina e la devastazione del paese.

Nel 410 Alarico, capo dei Goti, conquista Roma. Altre orde germaniche Goti, Svevi, Alani, Vandali, penetrano in Padania dalla Dalmazia attraverso le Venezie. E accanto alle invasioni Barbariche, i forti contrasti per la conquista del potere e le successioni precedono la calata di Attila e degli Unni (452).

Costantino (306 - 337) cercò di riorganizzare l'ordinamento amministrativo delle provincie, istituendo le prefetture e il defensor civitatis, per alleviare la dura pressione tributaria e difendere le classi inferiori.

Nell'ultimo secolo dell'Impero d'Occidente spadroneggiano ormai nei municipi i funzionari imperiali e l'aristocrazia locale. Prima preoccupazione del governo centrale e' quella di trarre dalle provincie, con gravi e molteplici imposte dirette e indirette, le entrate necessarie all'erario, il cui peso ricade sulle classi produttrici, fittavoli, coloni, artigiani.

Le condizioni della Padania verso la metà del V secolo sono disastrose; il marasma incombe nella vita dei municipi. Il defensor civitatis, prima nominato dal prefetto, è poi eletto dalla stessa città, contro l'oppressione del potere centrale; gli arbitri dei suoi funzionari e le pretese dei potenti, si burocratizza e perde ogni efficacia.

Nel 568 la discesa dei Longobardi e la conquista della Padania. Si ricrea quella separazione destinata a durare nel tempo fra i territori costieri da Venezia ad Ancona, e il resto della Padania.

Un'altra frattura, destinata a durare oltre un millennio, doveva prodursi nell'Italia Centrale. I Bizantini riuscirono a mantenere il Lazio e una stretta fascia che, attraverso l'Appennino la collegava a Ravenna, mentre i Longobardi si stanziarono anche nelle regioni di Spoleto e Benevento.

Nel 754 Papa Stefano e Pipino il Breve stringono un'alleanza anti-longobarda con il patto chiamato Promissio Carisiaca: come prezzo dell'accordo e della vittoria sui Longobardi, venivano donate al Pontefice le terre a mezzogiorno di una linea che da Luni per il passo della Cisa raggiungeva Parma, Reggio, Mantova, Verona, Vicenza e Monselice con tutta la Venetia e l'Istria, "cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, parrochis, ecclesiis, eis substantibus".

Vinto Desiderio (773), conquistate Verona e Pavia, Carlo Magno confermava ad Ariano I nel patto di Roma del 6 Aprile 774, le promesse di Pipino. "A lunis cum insula Corsica, deidde in Suriano, deinde in monte Bardone, id est in Verceto, deinde in Parma, deinde in Regio, et exinde Mantua atque in Monte Silicis, simulque et universum exarchatum Ravvennantium, sicut antiquitus erat, atque Provincias Venetiarum et Istriae; net et cuncutum ducatum Spoletinum seu Beneventarum".

Domata la rivolta dei duchi di Spoleto e Benevento, Carlo Magno iniziò il riordinamento politico ed amministrativo del regno; si costituirono le Marche del Friuli, Spoleto e Toscana. Nel periodo che va dalla morte di Carlo Magno all'avvento di Enrico IV (814-1056), in questo tempo di lotte civili e di fieri contrasti nel trapasso della corona del Sacro Romano Impero agli ultimi carolingi, si afferma e si consolida la potenza politica ed economica dei Vescovi e dei Monasteri in quasi tutte le città della Padania, rinata spiritualmente e materialmente fin dagli inizi del secolo IX.

Dal 1056 al 1124 durante il conflitto per le investiture tra Papato e Impero, nascono i Comuni. Vi è l'assorbimento dei comuni rurali nel comune cittadino: si ricompone l'antico comitato. Nel pieno svolgimento della formazione e affermazione politica e territoriale dei Comuni, la Padania è chiamata a difendere la libertà conquistata, contro il primo tentativo di riscossa imperiale che prende il nome dal Barbarossa.

Federico I (1152) intraprende la restaurazione dei diritti dei Cesari Tedeschi contro la formale illegittimità dei Comuni e con la forza delle armi opporre all'Universalità Teocratica di Roma l'Universalità del Sacro Romano Impero (Dieta di Roncaglia 1154 - Piacenza).

Per le violenze dei ministeriali del Barbarossa, e per il pesante fiscalismo Imperiale i comuni della Padania che vedevano minacciate le autonomie e le libertà conquistate, nell'inverno del 1163-64 formavano la Lega della Marca Veronese (Veronensis Societas) nella quale le città di Verona, Padova, Vicenza e in seguito Venezia, si univano a comune difesa contro l'Impero.

Fallito il tentativo di Federico di sorprendere, con milizie italiane, i collegati, rientra in Germania per raccogliere nuove forze. Nell'Ottobre del 1166 ridiscende nella Padania; ma altre città lombarde - Cremona, Bergamo, Mantova, Brescia, Ferrara - sull'esempio della Lega Veronese, si stringono in alleanza a difesa della propria libertà: nasce la Lega Lombarda. Tra queste due Leghe e altre città si stabilisce un accordo più stretto contro la minaccia del Barbarossa.

In tutta la Padania, uno era il grido: "Nolumus hunc regnare super nos, nec teutonici amplius dominabuntur nostri".

Il convegno di Pontida (7 aprile 1167), da cui origina la Lega, fu la preparazione per la nuova alleanza giurata da non meno di sedici città padane per iniziativa dell'Arcivescovo di Milano e sotto la protezione di Alessandro III. Viene fondata la città di Alessandria come sfida al Barbarossa. La Lega Veronese si affiancava alla Lombarda in quella ventennale concordia per il "commune commodum". Le città della Lega non formano una alleanza temporanea ma una vera organizzazione stabile. "Concordia societatis marchie et lombardie in romagne", che si rinnovava ogni anno per giuramento (sacramentum rectoriae). La Lega costituita contro il Barbarossa, sopravvissuta al Trattato di Costanza 1123, fu veramente un istituto duraturo e un embrione di stato federale.

Discese in Padania di Federico Barbarossa:

1° discesa: 1154

2° discesa: 1158 (Resa di Milano)

3° discesa: 1162 (Milano distrutta e incendiata e gli abitanti dispersi)

1176 - Battaglia di Legnano, sconfitta finale di Federico I

Dopo la pace di Lodi del 1454 la Padania è sostanzialmente dominata da due stati: la Serenissima Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Altre realtà minori erano: il Ducato di Savoia, la Repubblica di Genova, la Signoria dei Gonzaga a Mantova e quella degli Estensi a Ferrara.