La Storia della Lega

1979 Umberto Bossi.
Il futuro leader del Carroccio, studente fuori corso di medicina all’Universita'di Pavia; un giorno, mentre si trova in facolta', incontra il segretario del partito autonomista valdostano (Union Valdotaine), Bruno Salvadori, e viene coinvolto in una discussione sul federalismo e l’autonomia.
Alla fine Bossi promette di collaborare per la creazione di una rete di movimenti autonomisti dell’Italia settentrionale.

1980-81
Bossi nel 1980 fonda il gruppo autonomista U.N.O.L.P.A. (Unione Nord Occidentale Lombarda per l’Autonomia) e crea un piccolo giornale chiamato Nord Ovest.
Bruno Salvatori purtroppo muore in un incidente stradale.
Bossi ne eredita alcune intuizioni per l’affermazione del federalismo in Italia: fra cui la necessita' per il Nord di unire le forze contro il sistema centralista dello Stato.

1982-83
1982 Bossi realizza il giornale Lombardia Autonomista e fonda la Lega Autonomista Lombarda.
Bossi sul primo numero del giornale nel marzo 1982 scrive:
“Il nostro fondamentale interesse comune e' la liberazione della Lombardia dalla vorace e soffocante egemonia del governo centralista di Roma, attraverso l’autonomia lombarda nel piu' vasto contesto dell’autonomia padano-alpina”.
Bossi manterra' fermo negli anni questo obiettivo strategico di lungo termine, cambiando invece tattica (alleanze, governo, “ribaltone”, secessione, devolution, ecc.) a seconda del mutare delle circostanze.
Iniziano i contatti e la collaborazione fra la Lega Autonomista Lombarda e gli altri movimenti autonomisti del Nord: Liga Veneta ed Union Piemonteisa.

1984
La Lega Lombarda nasce ufficialmente il 12 aprile 1984 in uno studio notarile, dove a firmare l’atto costitutivo si ritrovano Bossi, la futura moglie Manuela, Giuseppe Leoni e pochi altri amici della prima ora.
Alle elezioni europee, nello stesso anno si presenta con una lista denominata “Unione per l’Europa Federalista”, alleanza formata da Lega Lombarda, Liga Veneta, Movimento Piemont.

1985-88
Nel 1985 la Lega Lombarda entra per la prima volta con i propri rappresentanti nei Consigli comunali della provincia di Varese, e nel 1987 elegge un senatore, Umberto Bossi, ed un deputato, Giuseppe Leoni.
Nel contempo Bossi continua ad impegnarsi per lo sviluppo di movimenti autonomisti in tutto il Nord, favorendo la nascita dell’Uniun Ligure, della Lega Emiliano-Romagnola e dell’Alleanza Toscana.

1989
I movimenti autonomisti di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana si presentano alle elezioni europee uniti con una lista denominata Alleanza Nord, e riescono ad entrare nel Parlamento Europeo con i deputati Francesco Speroni e Luigi Moretti.
Il 7 dicembre dello stesso anno si svolge il primo Congresso nazionale della Lega Lombarda: Bossi viene eletto Segretario proponendo il “Progetto egemone”, una linea che punta tutto su un’organizzazione ferrea per evitare infiltrazioni, almeno fino a quando la Lega non sara' diventata tanto robusta da poter trattare coi partiti romani senza diventare come loro.

1990
Il 20 maggio 1990 si celebra il primo Giuramento di Pontida, dopo quello storico del 1167: sul grande prato si ritrovano in ottomila a giurare fedeltà al Movimento, “per diventare alfieri nella lotta per l’autonomia del popolo lombardo, veneto, piemontese, ligure, emiliano, romagnolo e toscano”.
Bossi decide che e' venuto il momento di dare una direzione precisa all’alleanza delle leghe e lancia il progetto della Repubblica del Nord: una ”eresia” che fa tremare i partiti romani e che Bossi utilizzerà ogni volta in cui sarà necessario far sentire la voce del Nord.

1991
Il 10 febbraio 1991 a Pieve Emanuele (MI), con il primo Congresso Federale, nasce ufficialmente la Lega Nord, costituita dalla federazione fra Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista, Uniun Ligure, Lega Emiliano-Romagnola, Alleanza Toscana.
In seguito si uniranno anche le altre regioni del Nord: Trentino-Sudtirolo, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria e Marche.
Bossi viene eletto Segretario Federale, mentre il veneto Franco Rocchetta è chiamato a ricoprire la carica di Presidente.
Il 16 giugno il Movimento festeggerà a Pontida: stavolta i presenti saranno più di venticinquemila.

1992
Alle elezioni politiche del 1992 la Lega Nord, dopo aver conquistato gran parte delle amministrazioni locali dell’Italia settentrionale, stravince conquistando un percentuale del 8,7% e passando da due ad ottanta parlamentari.
Pochi mesi dopo partirà l’operazione Mani Pulite, che negli anni successivi si rivelerà solo una valvola di sfogo per la rabbia accumulata dai popoli del Nord, offerta dal sistema romano come alternativa al voto per la Lega.

1993
Nel 1993 la Lega vince nettamente le elezioni amministrative, conquistando tra l’altro anche l’amministrazione comunale di Milano.
Alla fine dell’anno, avvicinandosi le elezioni politiche anticipate, Bossi avverte che il sistema centralista si sta riorganizzando attraverso l’auto-candidatura dell’imprenditore craxiano Silvio Berlusconi a “salvatore della Patria” e con un rapido cambio di nome per tutti i partiti sopravissuti al terremoto politico provocato dalla Lega: cosi' mentre il PCI diventa PDS, la DC si trasforma in PPI, il MSI cambia in AN e i socialisti si “rinnovano” in Forza Italia.

1994
Bossi convoca il secondo Congresso Federale a Bologna il 6 febbraio 1994, per spiegare ai suoi uomini che, di fronte al disorientamento che i partiti romani, cambiando nome, hanno creato fra la gente, e' necessario rimediare temporaneamente per mezzo di un’alleanza tattica con quella parte del vecchio sistema piu' disponibile al cambiamento.
Bossi propone di chiamare Polo delle Liberta' un’alleanza che veda la Lega come forza propulsiva, escludendo espressamente dal nuovo soggetto politico il MSI: “mai coi fascisti!”.
Nel Polo entreranno Lega Nord, Forza Italia, il CCD ed i liberali. Berlusconi pero' organizza al sud, dove la Lega non e' presente e non puo' porre veti, un “Polo del buongoverno” insieme al MSI; una scorrettezza che costringe Bossi a polemizzare duramente con Forza Italia in piena campagna elettorale.
Si giunge quindi alle elezioni politiche di marzo: i due “poli” vincono le elezioni, la sinistra e' sconfitta e la Lega, con l’8,4% porta in Parlamento ben 180 parlamentari grazie ai meccanismi della nuova legge elettorale maggioritaria.
Ma le contraddizioni esplodono subito: Berlusconi ha fretta di insediarsi al Governo, ma Bossi gli ricorda che il patto originario non prevedeva la presenza del MSI nella maggioranza, perche' si tratta di un partito troppo assistenzialista e centralista per andare d’accordo con la Lega.
Di fronte alla minaccia di uno scioglimento immediato delle camere, la Lega è costretta ad entrare nel primo governo Berlusconi: Roberto Maroni è vice-presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, mentre Speroni è Ministro delle Riforme e Giancarlo Pagliarini ottiene il dicastero del Bilancio.
A Pontida Bossi mette subito le cose in chiaro: “ci ritroveremo fra sei mesi, e se non sara' cominciato il processo di cambiamento del paese allora il Nord se ne andrà verso la Repubblica del Nord”.
Per dimostrare che non scherza, il leader del Carroccio dispone che i parlamentari Mario Borghezio ed Enzo Boso organizzino all’interno del Movimento una corrente indipendentista.
Nonostante abbia collocato i suoi uomini in alcuni posti chiave dell’Esecutivo, Bossi si accorge che il sistema continua a resistere al cambiamento: la burocrazia è ostile, i lobbisti di Montecitorio cercano di corrompere in modo più o meno velato i parlamentari leghisti ed i partiti alleati non prendono per nulla in considerazione le richieste dei ministri del Carroccio, sventolando sondaggi che prevedono una rapida estinzione della Lega.
Dopo innumerevoli polemiche con Berlusconi e Fini, Bossi convoca un’Assemblea Federale della Lega Nord a Genova, dopo i primi sei mesi di governo, per dare l’aut-aut agli alleati: stop alla vecchia politica assistenziale o la Lega farà cadere il governo.

1995
Caduto nel vuoto anche quest’ultimo avvertimento, la Lega firma una mozione di sfiducia contro il Governo insieme all’opposizione, con la quale poi sosterrà un governo tecnico durante tutto il 1995.
Il 12 febbraio dello stesso anno si svolge a Milano il Congresso Federale straordinario della Lega Nord, durante il quale Bossi, radunando più di centomila militanti, dimostra al mondo politico romano che la Lega è tutt’altro che avviata verso quel declino prospettato dai sondaggi di Berlusconi.
Bossi viene riconfermato Segretario, mentre il nuovo Presidente è il veneto Stefano Stefani.
Il 1 aprile 1995 la Lega organizza a San Pellegrino Terme (BG) il primo convegno del Nucleo indipendentista capeggiato da Borghezio e Boso: comincia così la sfida aperta al centralismo ristagnante, al quale Bossi decide di sferrare un duro colpo attraverso il secessionismo.
Il passo successivo è la convocazione di un’Assemblea Federale della Lega Nord a Torino il 28 maggio dello stesso anno; Bossi nel suo intervento afferma: “abbiamo bisogno di un organo che sia deciso e democratico, che coincida quindi con un Parlamento del Nord”.
Il Parlamento leghista, a partire dal 7 giugno 1995, si riunirà molte volte, prima a Bagnolo San Vito (MN), poi a Chignolo Po (PV); in quelle sedute verra' organizzata l’attivita' secessionista della Lega Nord.

1996
Alle elezioni politiche del 1996 la Lega Nord si presenta da sola, conquistando il 10,4% dei voti e ben 87 parlamentari. Bossi tuttavia non si dimostra completamente soddisfatto, poiche' per soli sette parlamentari non riesce a diventare l’ago della bilancia fra il Polo e la sinistra.
La lezione comunque servira' a Berlusconi che, nonostante un numero di voti ottenuti superiore a quello del suo avversario Prodi, perde la battaglia nei singoli collegi elettorali a causa della mancato accordo con la Lega.
Bossi decide di puntare tutto sulla secessione, radunando sul Po e a Venezia centinaia di migliaia di persone: e' il 15 settembre e si giura sulla liberta' della Padania.

1997
Il sistema romano, spaventato dall’ondata di protesta secessionista scatenata dalla Lega Nord, comincia timidamente a cedere poteri alle autonomie locali attraverso le Leggi Bassanini degli anni '97-98.
Ma alla Lega il decentramento non basta, vuole la vera autonomia, il federalismo: per ottenerlo dimostra di essere disposta a giocare la partita secessionista fino in fondo: nascono le camicie verdi, il Comitato di liberazione della Padania, il Governo padano.
La contromossa del sistema è duplice: da un lato attua un repressione intollerabile e antidemocratica, processando dirigenti e militanti della Lega per reati d’opinione introdotti nel codice penale dal regime fascista negli anni '30; dall’altro nasconde con trucchi contabili i debiti nel bilancio statale per entrare nella moneta unica europea senza rispettare i parametri di Maastricht.
Il progetto secessionista subisce una battuta d’arresto, così Bossi, che osserva come nel frattempo l’indipendentismo della Lega abbia ammorbidito molto l’atteggiamento dei partiti romani nei confronti del federalismo, comincia a guardarsi intorno per stipulare nuove alleanze.

1998
Nel 1998 il governo Prodi cade per l’uscita di Rifondazione Comunista dalla maggioranza. Il leader del PDS Massimo D’Alema, invece di cercare un accordo con la Lega per creare una nuova maggioranza federalista, attua una operazione di trasformismo parlamentare procurando alla sinistra una quota di deputati eletti con il Polo, facendosi aiutare in questa manovra da Francesco Cossiga.
Per Bossi è la prova della mancanza di volontà riformista della sinistra: cominciano le trattative segrete con Berlusconi.

1999
Il 25 luglio 1999 viene convocato a Varese un Congresso Federale straordinario della Lega Nord, che da il via libera al Segretario per la stipulazione di alleanze.
Bossi decide che è giunto di nuovo il momento di dimostrare ai partiti con i quali è in trattativa quale sia la forza d’urto della Lega Nord: il 5 dicembre porta a Roma più di centomila militanti, che manifestano contro il centralismo con un lunghissimo corteo nel centro della capitale.
A Roma, Bossi spiega ai suoi che non tratterà con i partiti romani per ottenere più o meno poltrone, ma cercherà di fargli mettere nero su bianco un impegno preciso a favore di una riforma federalista.
Berlusconi nel frattempo interviene ad un convegno di Forza Italia rivolgendosi alla platea in questi termini: “so che a molti di voi può non piacere una nuova alleanza con Bossi, ma con la Lega si vince, senza la Lega si perde”. A quanto pare la lezione del 1994 è servita.

2000
Bossi propone al Polo di partecipare insieme alla Lega alle elezioni regionali del 2000, in una coalizione denominata Casa delle Libertà, fondata su un patto di programma sottoscritto pubblicamente da tutti i leader.
L’accordo è fatto, ed il primo punto del programma comune prevede la “devolution”, cioè una riforma istituzionale che consiste in un massiccio trasferimento di poteri e risorse dallo Stato alle Regioni.
La coalizione di cui fa parte la Lega stravince le regionali, conquistando fra l’altro Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto: in queste ultime tre regioni il Carroccio ottiene la presidenza del Consiglio Regionale.

2001
Alle elezioni politiche del 2001 si ripete la vittoria della Casa delle Libertà: la Lega, riportando il 3,9% di voti, paga il prezzo della propaganda soverchiante del candidato premier Berlusconi, ma ottiene comunque 47 parlamentari.
Bossi si presenta alle trattative per la formazione del Governo deciso ad ottenere solide garanzie per il cambiamento ed un risarcimento politico per il calo elettorale subìto: gli alleati soddisfano le sue richieste, così il leader della Lega entra a far parte dell’Esecutivo come Ministro delle Riforme e della Devoluzione. Inoltre Maroni ottiene l’incarico di Ministro del Welfare (Lavoro e politiche sociali), Roberto Castelli è il nuovo Ministro della Giustizia e Roberto Calderoli diventa vice-Presidente del Senato.