Celti Golasecchiani-Insubri
e Celti-Boi dell'Europa centrale
I
Celti golasecchiani, insediati tra Piemonte e Lombardia attuali, hanno svolto
un ruolo fondamentale nelle relazioni tra l'Italia - inserita pienamente già
nel VIII secolo a. C. nel contesto delle grandi culture urbane del Mediterraneo
- e l'Europa centrale. Arrivati precocemente, dal VII secolo a. C., allo stadio
dello sviluppo urbano, hanno sfruttato la parentela linguistica con le popolazioni
transalpine, oltre alla loro posizione strategica sulle vie d'acqua che collegavano
la pianura padana ai grandi laghi, vie naturali di penetrazione nelle vallate
alpine verso i passi principali. Lo sviluppo del artigianato locale, in primo
luogo nella lavorazione dei metalli, trovò qui un esteso mercato, ricco
di risorse anche per le regioni cisalpine.
Una delle merci transalpine più importanti era lo stagno, indispensabile
nella produzione del bronzo. I giacimenti dell'ovest europeo, collegati col
Mediterraneo tramite anzitutto la vallata del Rodano, sono considerati tradizionalmente
la fonte principale di approvvigionamento, dimenticando il ruolo dei ricchissimi
giacimenti dei Monti Metalliferi della Boemia, sfruttati a partire della fine
del III millennio a. C. fino al XVI secolo. Questo può spiegare le relazioni
privilegiate che si possono costatare nel VI-V secolo a. C. tra l'area golasecchiana
e la Boemia, illustrate anzitutto dalla evidente parentela di forme e tecniche
ornamentali della ceramica. In un primo tempo le due regioni condividono un
repertorio comune di coppe e vasetti ornati con la tecnica "a stralucido"
(il confronto è molto suggestivo e convincente), poi, verso la metà
del V secolo a. C., in Boemia si adotta la decorazione stampigliata di tipo
golasecchiano. Oltre a questo che è il contributo più evidente
del mondo golasecchiano alla formazione della nuova cultura La Tène in
Boemia, oggetti e influenze mediterranee che raggiungono la Boemia (frammenti
di ceramica attica della prima metà del V secolo a. C. sono stati trovati
in villaggi sotto i Monti Metalliferi) tramite la mediazione dell'area golasecchiana.
Questi contatti hanno posto le fondamenta di una specie di complicità
tra gli Insubri storici e i Boi, che alla fine del V secolo a. C. avevano lasciato
la Boemia per stabilirsi tra il Po e la costa adriatica. Ne è testimonianza
la salda alleanza contro Roma, ma anche altri indizi forniti dalle fonti (per
esempio, la tradizione di una fondazione di Lodi da parte dei Boi) o dal materiale
archeologico (per esempio, l'origine degli anelli da caviglia insubri del III
secolo a. C., che è indiscutibilmente centroeuropea). Numerosi altri
aspetti di convergenze e legami possono essere illustrati per i due secoli di
vicende comuni degli Insubri e dei Boi d'Italia. La storia di queste relazioni
non finisce tuttavia non finisce con la vittoria romana. Non è certamente
un caso che il capo dei Cimbri germanici sconfitti a Vercelli porti il nome
di Boiorix ("re dei Boi") e che sul campo di battaglia del 101 a.
C. siano state trovate in grande numero monete d'oro dell'epoca coniate proprio
dai Celti centroeuropei.